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Dettagliato e meraviglioso racconto di viaggio

INDIA - Le città sante del Nord

Dettagliato racconto di viaggio

Autore : Salvatore Liberti

report 1

18 settembre/5 ottobre 2012
Itinerario: DELHI - JAIPUR- AGRA - GWALIOR - ORCHHA- KHAJURAHO - VARANASI - HARIDWAR - RISHIKESH

Martedì 18 settembre
Ore 18,30: dopo tanta attesa e ferventi preparativi, è finalmente arrivato il momento della partenza! L'India ci attende e non riesco a nascondere una certa trepidazione, perché mi sento pronto ad accogliere tutto ciò che scorrerà di fronte ai miei occhi ed al mio cuore.

Al desk Emirates ci raggiunge una notizia poco incoraggiante: abbiamo il check in fino a Dubai, ma da Dubai a Delhi siamo in stand-by, perché il volo è over-booking.
Speriamo bene!

report 2Ore 07,00 di mercoledì 19 settembre
Dopo un volo decisamente tranquillo (gli aerei della flotta Emirates sono veramente molto comodi.), atterriamo a Dubai. Siamo nell'areatransiti dell'aeroporto, nel cuore di un enorme duty-free che somiglia molto ad un gigantesco centro commerciale. C'è tantissima gente che si rincorre nella confusione dello shopping; noi, invece, ci rifugiamo nella comodità di due poltroncine in attesa di notizie dal desk Emirates.

Wow!!! Ci hanno consegnato le carte di imbarco: partiamo per Delhi!
Ore 15,00: atterriamo all'aeroporto Indira Gandhi di Delhi dopo un volo di 3 ore e mezza, durante le quali abbiamo avuto modo di intrattenerci a chiacchierare in francese con una hostess Emirates che abbiamo scoperto essere di origini marocchine!
Ritiriamo le nostre valigie ed all'uscita troviamo ad attenderci Mohan, che sarà il nostro autista e guida per tutto il tour, organizzato attraverso il Tour Operator indiano INDIAKARNI (Popular India Vacations). L'impressione è positiva ed oltretutto Mohan parla un discreto inglese, ma anche un po' di italiano. Dopo aver acquistato una sim-card indiana e cambiato 200 euro in rupie (13.500), ci dirigiamo al Royal Plaza Hotel di New Delhi.

Report 3L'Hotel è di ottimo livello e ci sistemano nell'area executive del 9° piano.
Appena il tempo di posare le valigie, che già siamo pronti per la prima tappa del tour: la Tomba di Humayun, un capolavoro della prima architettura moghul che attraverso la combinazione di arenaria rossa e marmo bianco fonde lo stile persiano con elementi locali. Sembra che alcune soluzioni strutturali siano state successivamente rielaborate e riproposte nella costruzione del Taj Mahal di Agra.

Ultimata la visita quando il sole è prossimo al tramonto, il nostro driver, che si dimostrerà anche una brava guida, ci propone di visitare il Santuario Hazrat Nizam Ud Din.
Attraversiamo a piedi un intrico di stradine e vicoli brulicanti di devoti salafiti con le caratteristiche kefiah (il copricapo, generalmente di colore bianco, usato dagli islamici); in una delle tante bancarelle disseminate lungo i vicoli, ricolme di drappi colorati e petali di fiori rossi e arancio, acquistiamo anche noi la kefiah per entrare nel santuario. All'ingresso del santuario scopriamo chel'accesso alla tomba per i turisti è consentito soltanto agli uomini!

Dinda è costretta perciò ad attenderci, mentre Mohan ed io entriamo nel mausoleo di marmo bianco dove è deposta la salma del poeta sufi ricoperta di teli colorati e petali di fiori: decine e decine di fedeli recitano salmi e depongono offerte. Il santuario ospita la tomba di Hazrat Nizamudin, un poeta sufi morto nel 1325 all'età di 92 anni, che rappresenta una figura molto venerata dal punto di vista mistico per gli indiani islamici. Siritiene che il suo potere risieda nella tomba attraverso la sua barakat, una sorte di effimera benedizione cui si può accedere recandosi appunto sulla sua tomba.

L'atmosfera è emotivamente coinvolgente, perché si avverte un forte misticismo, che confina con l'idolatria. L'aria è pervasa dall'odore dei fuochi e degli incensi e la presenza, intorno alla tomba, di madri con i bambini in braccio, storpi, cani, sadhu, è quasi surreale. Io cerco di capire cosa sta accadendo intorno a me, perché mi sento trasportato in una dimensione dalla quale sono spiritualmente distaccato.

report 4Ad un certo punto mi vedo porgere un libro con la richiesta di mettere il mio nome e la firma e rimango interdetto; Mohan mi spiega che vogliono il mio nome in modo da pregare il santo per me in cambio di unaofferta.La cosa non mi piace, perché non mi riconosco nel significato religioso del luogo, e mi sottraggo alla richiesta. Usciamo dal santuario, dove Dinda è ad attenderci, e cerco, con qualche difficoltà, di mettere a fuoco questa inaspettata esperienza. Prima di riaccompagnarci in albergo, Mohan ci porta a vedere l'India Gate, un arco trionfale in pietra alto oltre 40 metri, realizzatoper rendere omaggio ai soldati indiani morti durante la prima guerra mondiale.
Rientrati in Hotel, siamo talmente stanchi che decidiamo di andare irettamente a dormire.

Giovedì 20 settembre
Dopo una lauta ed abbondante colazione in hotel, iniziamo la giornata con la visita della Jama Masjid, la più grande moschea dell'India costruita intorno al 1650. Saliamo gli alti scalini che portano ad una delle tre porte di ingresso, dove lasciamo le nostre scarpe e fanno indossare a Dinda un'ampia tunica colorata.

La struttura è veramente imponente: quattro enormi torri angolari e due minareti alti 40 metri circondano il cortile della moschea (oltre 400 metri quadrati!), al centro del quale si trova una grande vasca di marmo. Lungo i quattro lati del cortile scorre un porticato che costituisce anche un punto di incontro dove è possibile sdraiarsi, chiacchierare, o fare le abluzioni, prima di entrare nella moschea. Sebbene l'architettura rispetti la planimetria della tradizione araba, la decorazione fonde armoniosamente elementi dell'arte Moghul e dell'adorazione Tantrica di Shiva, come il fiore di loto che ricorre lungo il perimetro delle cupole.

report 5Questa fusione di stili, insieme alla scelta del marmo rosso a richiamare il Red Fort che si erge di fronte, rende la moschea perfettamente inserita nella spiritualità indiana e rappresenta la convivenza di una moltitudine di culti, come fossero tante espressioni diverse di una stessa fede. I musulmani infatti non sono gli unicia visitare questo posto: i vestiti neri delle donne musulmane si mescolano ai coloratissimi sari delle donne hindu, ma guardandosi intorno si scoprono anche zuccotti bianchi e turbanti arancio e rossi. Da questi aspetti si comprende facilmente perchè l'India e' spesso considerata un crogiolo di popoli e religioni..
Intorno alla Moschea è un brulicare di umanità variamente assortita che mangia, dorme, parla, espelle i propri rifiuti corporali. E' un insieme di suoni, odori, rumori e movimenti senza sosta, che giungono dalle strade strette e affollate della vecchia Delhi, dai banchi di un mercato vasto e assortito, dai mendicanti quasi privi di forma che strisciano sui lunghi gradini della Jama Masjid.

Il racconto continua...