Luned� 1 ottobre
Appena svegli, facciamo colazione nell'ashram.
Per oggi non ci sono impegni legati all'attivit� congressuale, per cui decidiamo, insieme ad altri, di organizzare un giro ad Haridwar intorno al ghat dove ogni sera si svolge la cerimonia del ganga aart. Prendiamo tre tuc-tuc concordando preventivamente il prezzo e ci facciamo lasciare vicino al bazar sulle sponde del ghat Har ki Paiiri. La zona � popolata di mendicanti, storpi e bambini che chiedono l'elemosina, ma lungo la via che percorre il ghat si affacciano una miriade di bancarelle e botteghe che vendono oggetti di artigianato, sciarpe e kurta coloratissimi con il simbolo dell'Om, fiori gialli, rossi e arancioni.
Haridwar � una citt� sacra particolarmente venerata dagli hindu che vi si recano per purificarsi dai peccati; secondo la tradizione indiana, infatti, Vishnu avrebbe versato in questo posto del nettare celestiale ed impresso sul terreno la propria orma. L'atmosfera, anche se carica di spiritualit�, � per� piuttosto caotica; mi colpisce in particolare un sadhu cosparso di cenere che aveva fatto il suo "dhuni" sotto un grande albero. Il dhuni � un fuoco acceso per devozione (per gli hindu il fuoco � creazione e distruzione, come Shiva, come Dio), attraverso il quale il sadhu si procura la cenere che poi offre ai pellegrini, ai devoti, facendo loro un marchio sulla fronte.
Dopo aver fatto un po' di shopping nelle botteghe lungo la upper road, decidiamo di prendere dei tuc-tuc motorizzati (si tratta di vecchi furgoncini della Piaggio che qui in India chiamano wikram) per farci portare a Rishikesh, distante circa 27 km. Rishikesh, diventata famosa alla fine degli anni sessanta quando i Beatles soggiornarono alcuni mesi nell'ashram di Maharishi Mahesh, � considerata oggi la capitale mondiale dello yoga; ovunque, nella citt� vecchia come sulle colline lungo le rive del Gange, ci sono ashram e centri dove si svolgono corsi di yoga e meditazione di ogni tipo.
Ci facciamo lasciare nei pressi della stazione degli autobus, da dove parte una affollata stradina lungo la quale si affacciano botteghe che vendono di tutto: dagli abiti alle statuine in bronzo, ai CD, ai sitar e tabla, agli 30incensi, ai preparati ayurvedici. Raggiungiamo il ponte sospeso Lakshman Jhula, che attraversiamo non senza qualche perplessit�, perch� si dondola in continuazione: sembra di stare su una barca, tanto che avverto quasi una forma di mal di mare. Sul ponte sarebbe consentito il traffico soltanto ai pedoni, ma in realt� incrociamo anche moto, biciclette e le immancabili vacche. Superato il ponte, percorriamo un lungo sentiero che costeggia la riva orientale del Gange,fino a raggiungere lo Swarg Ashram, una comunit� spirituale formata da templi, ashram, un bazar affollatissimo, tanti sadhu ed i ghat usati per le abluzioni e le cerimonie religiose che si tengono all'alba ed al tramonto.
Ci spostiamo poi sulla sponda occidentale, dalla quale si pu� raggiungere la riva del Gange, e dall'alto vediamo un gruppo della comunit� Yoga Dharma che si immerge con i piedi nel sacro Gange, che qui a Rishikesh � ancora abbastanza pulito perch� ha iniziato da poco la sua corsa dalle montagne himalayane. Insieme, mangiamo qualcosa sulla terrazza di un ristorantinoin canne di bamb� affacciato sul Gange: � molto caldo, ma ogni tanto soffia una brezza di vento. Facciamo poi un po' di shopping lungo le numerose bancarelle e negozietti nella zona del Laksman Jhula e ne approfitto per acquistare, insieme ad alcuni incensi, un preparato ayurvedico che mi dicono ottimo per curare il mal di gola (di cui ho cominciato a soffrire da qualche giorno a causa dell'aria condizionata).
Rientrati ad Haridwar, ceniamo in aspra ed andiamo presto a dormire, perch� sembra che la mattina dopo cambieremo alloggio (meno male!!!).
Marted� 2 ottobre
Ci svegliamo di buon mattino per trasferirci, armi e bagagli, al Park Wiew Hotel, situato proprio di fronte all'ingresso principale dell'Ashram Shanti Kunji. Non � che sia proprio un gran che, ma almeno � un po' pi� pulito e, soprattutto, abbiamo un vero bagno dove possiamo finalmente fare una doccia prima di prepararci per il Congresso. Tutti insieme ci rechiamo all'Auditorium della Dev Sanskriti University, dove alle 10 ha inizio il Congresso. Dopo il consueto cerimoniale e la presentazione degli oratori, Hari Singh fa un interessante intervento parlando dei "talas", una sorta di chakra posizionati dalla base della colonna fino ai piedi. Gli allievi e insegnanti della comunit� Yoga Dharma sono tutti attenti e seguono con attenzione il loro Maestro. Conclusa la cerimonia inaugurale (sono le 12,15), insieme ad una insegnante della Comunit�, Guru Dham, decidiamo di trasferirci per un lunch in un Hotel 5 stelle a poca distanza dall'Ashram; fra l'altro, ne approfittiamoanche per utilizzare l'internet point all'interno dell'albergo.
Nel pomeriggio torniamo poi all'Auditorium, dove si svolge uno spettacolo di intrattenimento (danza e coreografie di hata yoga) con il Bharat College of Performing Arts, che poi sono gli stessi allievi dell'Ashram dove eravamo stati ospitati la sera di domenica. Dopo lo spettacolo, ci ritroviamo con altri della comunit� a cenare nel ristorante dell'albergo.
Mercoled� 3 ottobre
Ho messo la sveglia alle 6,30, perch� alla 7 del mattino si svolge una lezione di yoga alla quale ho deciso di partecipare. Ci sono una quindicina di allievi ed insegnanti di Yoga Dharma, oltre ad una ventina di studenti indiani. Dopo alcuni esercizi di scioglimento per aprire i canali pranici, pratichiamo un krjia definito "pragya yoga" che consiste in una sequenza di asana (alcune posizioni sono simili a quelle del suryanamaskar) accompagnate dalla recitazione del Gayatri mantra. Alle 10 siamo poi nuovamente all'interno dell'Auditorium, dove assistiamo con interesse all'intervento di Emy Blesio.
Nel pomeriggio decidiamo di recarci ad Haridwar per visitare il Mansa Devi Temple, un tempio situato in cima alla collina che domina la citt�, consacrata a una dea che si dice esaudisca i desideri dei fedeli. Contrattiamo con il conducente di un tuc-tuc a motore che per 200 rupie ci porta fino alla base della cabinovia, che raggiungiamo attraverso un sentiero fiancheggiato da bancarelle che vendono fiori e confezioni di prasadda portare in offerta; c'� una folla incredibile di pellegrini e noi siamo gli unici turisti!!! Raggiungiamo il tempio salendo in cabinovia lungo il fianco della collina e ci ritroviamo in unambiente orribilmente sporco, pieno di gente che ci spinge per passare davanti ad una serie di piccoli templi dove ad ogni passo qualcuno ci chiede un'offerta. Siamo un po' frastornati, anche perch� ci aspettavamo un luogo connotato di spiritualit� ed invece sembra di essere in mezzo a degli invasati; peraltro, essendo tutto recintato per via delle scimmie, non possiamo neanche ammirare il paesaggio, se non al momento della discesa dalla funivia.
Conclusa questa scioccante visita, ci facciamo portare nei pressi del Har Ki pairi, dove approfitto per scendere gli scalini di uno dei tanti ghat e raccogliere quattro bottigliette della sacra acqua del Gange. Poi, ci predisponiamo ad assistere alla cerimonia del ganga aarti: c'� una grande folla sulla riva occidentale del Ganges canal e qualche fedele gi� inizia ad accendere le candeleposte sopra cesti di foglie colme di petali di fiori che saranno abbandonate alla corrente del fiume. Manca per� ancora un po' al tramonto e poich� Dinda comincia a spazientirsi, decidiamo di tornare in Ashram, giusto in tempo per assistere all'intrattenimento serale del Congresso con canti e danze e performance yogiche al limite del contorsionismo. Ceniamo in Ashram e fra una chiacchiera e l'altra si fa ora di andarea dormire.
Gioved� 4 ottobre
Ci svegliamo di buon'ora, perch� di fatto � il nostro ultimo giorno ad Haridwar. Dinda ha infatti saputo che i voli di rientro della Turkish Airlines sono praticamente overbooking per sabato e domenica, mentre dovrebbe esserci qualche disponibilit� per il volo che parte alle 6,30 di venerd� da Delhi. Decidiamo quindi di partecipare alla cerimonia del fuoco (Yagya) fissata alle ore 7 del mattino e la decisione si dimostra giusta, perch� in effetti la cerimonia, alla quale partecipano insieme ad una quindicina di noi anche una ventina di ragazzi indiani, si svolge in un contesto connotato da una spiritualit� molto coinvolgente.
C'� un fuoco al centro ed altri quattro fuochi agli angoli del perimetro dove si svolge il rituale; ogni tanto dobbiamo alimentare il fuoco con dei legnetti postialla base dell'altare (una costruzione piramidale in pietra con uno spazio interno per bruciare la legna), ma il momento pi� partecipativo � quando tutti insieme gettiamo dell'incenso nel fuoco recitando un mantra. Dopo la cerimonia, decidiamo di concederci una "lussuosa" colazione al Godwin Hotel, dove incontriamo, guarda caso, altre persone del gruppo che hanno avuto la stessa idea....Io rientro poi in albergo per prendere la macchina fotografica e ci diamo appuntamento con Dinda per il pranzo, non avendo impegni nel resto della mattinata. Stranamente, per�, al Godwin non preparano il club-sandwich che Dinda avrebbe desiderato e quindi pranziamo al Park Wiew insieme ad un altro gruppo della Comunit� che ritroviamo gi� intenti a.consumare il loro pasto.
Dedichiamo il pomeriggio, insieme ad altre due allieve di Yoga Dharma ad una passeggiata con annesso shopping all'interno dell'ashram, prima di raggiungere il gruppo, intorno alle 17,30, per le prove della cerimonia delle bandiere che si sarebbe svolta il giorno seguente. Alle 20,15 abbiamo infine salutato tutti (o quasi) i componenti della Comunit�, avendo fissato appuntamento alle 21 con un autista privato che avrebbe dovuto condurci a Delhi in aeroporto. Un po' ci dispiaceva dover partire, perch� avremmo voluto partecipare sia alla cerimonia delle bandiere che all'incontro previsto per l'ultimo giorno (la sera del 6 ottobre) presso il Parmath Niketan Ashram di Rishikesh con il Maestro spirituale Swami Chidanand Saraswati, considerato uno dei pi� importanti dell'India e cheoltretutto � stato intimo amico del Maestro Yogi Bhajan. Tutto sommato, per�, eravamo anche abbastanza contenti di tornara a respirare.aria di casa.
Venerd� 5 ottobre
Lasciata Haridwar alle 9 della sera, alle 2,30 del mattino siamo a Delhi in aeroporto. Incontriamo qualche difficolt� per il check-in, ma poi riusciamo a partire ed alle 6,30 del mattino, mentre l'aereo si alza in volo, mandiamo un ultimo saluto all'India. Ed � l'occasione per ripercorrere come un film tutte le esperienze, emozioni e sensazioni vissute, che cercher� di sintetizzare, per quanto possibile, in poche righe, anche se non � facile esprimere a parole le sensazioni che l'India ti sbatte in faccia con la sua cruda realt�: la miseria e la precariet� di vita, mendicanti che strisciano sui gradini dei ghat chiedendo una elemosina, i sadhu con il corpo cosparso di cenere, le fiamme delle pire crematorie, gli occhi scuri e penetranti delle donne indiane con i loro capelli neri raccolti in una lunghissima treccia, i venditori ambulanti che ti assalgono in modo asfissiante, bambine vestite di nulla, con gli occhi circondati da kajal nero, che nello sguardo ti penetrano l'anima,le vacche e i cani randagi in libert�, la polvere, la sporcizia, i negozi dove si vende di tutto con la merce esposta alla rinfusa, il suono dei clacson che ti buca le orecchie, gli odori forti e penetranti, gli escrementi umani e animali sulle strade e nei vicoli.
E' una esperienza di vita cruda e terribilmente reale nella sua quotidiana rappresentazione, ma al tempo stesso toccante quando la povert�, manifestamente presente, si esprime in tante sfaccettature che ti fanno cogliere, con emozione, una illuminante dignit� umana. L'India � questa: una terra di contrasti capace di evocare emozioni intense e di emozionare fino alle lacrime. L'imponenza delle suevestigia storiche e monumentali, le architetture armoniose del Taj Mahal, la fusionetra arte ind� e musulmana del Red Fort di Agra e dell'antica capitale Fatehpur Sikri, sono solo alcune memorie di una terra accogliente e di una variegata umanit�, con isuoi aromi penetranti, i suoi cibi speziati, i sorrisi innocenti dei bambini dagli occhi enormi e colmi di speranza, le cerimonie sul gange, i coloratissimi sari delle donne hindu, i turbanti blu dei sikh, la gentilezza della sua gente che, pur nelle difficolt� di un'esistenza lontana anni luce dalle comodit� spesso superflue cui siamo abituati noi occidentali, affronta con dignit� e pacata rassegnazione il domani, quasi fosse una condizione ineluttabile.
Ma al tempo stesso non � facile l'approccio con la miseria, non � facile dire di no a mani tese, far finta di ignorare bambini imploranti che cercano a tutti i costi di venderti qualcosa, abbassare lo sguardo alla vista di gente che soffre in silenzio. L'India � un paese che non ti lascia indifferente, ma ti prende allo stomaco ed al cuore e dopo averlo visitato senti il desiderio di tornarci per rivivere, rivedere, capire e comprendere di pi�. O, al contrario, non tornarci pi�. E' un paese che si comincia a conoscere solo quando non lo si guarda pi� con gli occhi e la testa da occidentale, ma lo si guarda e basta. E' una porta attraverso la quale bisogna entrare svuotando le mani dai nostri pregiudizi e dal nostro modo di concepire l'esistenza. E allora i poveri, gli accattoni, la sporcizia, la puzza, gli animali,le strade dissestate, la confusione senza regole, tutto questo potr� essere vissuto ed accettato per quello che �: Madre India.
Salvatore Liberti